mastoplastica additiva Archivi - Pagina 13 di 26 - Cristiano Biagi

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Vediamo insieme le cause e i rimedi.

 

Se ti sei sottoposta recentemente a un intervento di mastoplastica additiva, che sia sottomuscolare, sottoghiandolare o Dual plane può succedere, seppur raramente, di riscontrare una sorta di gonfiore al seno, accompagnato da dolore e presenza di liquidi.

Potresti trovarti a dover risolvere l’insorgenza del sieroma alle mammelle.

Il sieroma post chirurgico è un inconveniente tutto sommato banale che non deve farti preoccupare eccessivamente. Adesso ti diamo alcune indicazioni per fronteggiare al meglio l’emergenza!

 

Cos’è esattamente un sieroma.

Il sieroma si presenta come un accumulo di liquidi linfatici nel seno, in prossimità della zona in cui è stato rimosso del tessuto. Infatti, per procedere all’inserimento della protesi, il chirurgo esegue un’incisione nella zona della mammella per ricavare uno spazio, o meglio una tasca, in cui allocare l’impianto.

Spesso questo tipo di problematica guarisce autonomamente, senza bisogno di grandi interventi. Altre volte, invece, possono essere richiesti brevi ricoveri in day hospital e interventi con farmaci specifici.

Ci sono alcuni fattori di rischio:

  • Presenza di noduli al seno
  • Aver subito precedentemente una biopsia
  • Aver assunto farmaci come eparina

 

Molto spesso, una causa della formazione dei sieroma è l’uso del drenaggio post intervento, proprio per la sua peculiarità di lasciare aperta la ferita. Questo è uno dei motivi per cui il dott. Biagi preferisce evitarne l’utilizzo.

 

Come si forma il sieroma.

In genere la comparsa di liquidi si percepisce dopo 7-10 giorni, con un rigonfiamento scuro nella zona del seno che il chirurgo individua facilmente al tatto. Per questo è sempre buona norma evitare di compiere movimenti e sforzi con gli arti superiori. Stare a riposo e mantenere uno stile di vita calmo nel periodo a ridosso l’intervento aiuta in maniera considerevole a evitare l’insorgenza del rischio.

Per cercare di dar sollievo puoi applicare un asciugamano caldo sulla zona oppure, meglio, contatta subito il tuo chirurgo. Spesso il problema si risolve con un semplice bendaggio che comprime il rigonfiamento, favorendone il riassorbimento.

Nei casi in cui la presenza di liquido sia sostanzioso, e quindi non riesca a riassorbirsi autonomamente, il chirurgo interviene per drenare velocemente il siero. In genere, si interviene in modo invasivo quando la paziente comincia ad avere dolore persistente, quando non si vedono segnali di miglioramento, se la sacca comprime troppo la zona in via di cicatrizzazione.

Il sieroma va tenuto sotto controllo perché potrebbe essere anticipatore di infezioni gravi o di complicazioni più importanti come la contrattura capsulare.

La pressione del liquido sulla cicatrice potrebbe provocare un aggravamento tale della situazione da portare al rigetto della protesi.

Quindi non aspettare troppo se pensi di riscontrare questi sintomi e contatta subito il dott. Biagi!

 

Foto di Kat Jayne da Pexels


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Assestamento protesi al seno post mastoplastica: dopo quanto avviene?

Un intervento di mastoplastica additiva sottomuscolaresottoghiandolare o dual plane prevede l’introduzione di protesi nelle mammelle, al fine di aumentare le dimensioni del seno.

tempi di assestamento delle protesi al seno sono una delle maggiori preoccupazioni delle donne che si sottopongono alla mastoplastica.

Oggi vogliamo rispondere a tutti i possibili interrogativi a riguardo, ad esempio “Dopo quanto tempo si assesta il seno rifatto?” oppure “Quando scende il seno dopo la mastoplastica?“.

Ti diremo quindi dopo quanto tempo si assestano gli impianti mammari post mastoplastica additiva e ti parleremo delle modalità con cui puoi accelerare le tempistiche.

Riceverai inoltre alcune informazioni bonus che potrebbero esserti estremamente utili nel decorso post operatorio della mastoplastica.

Sei pronta? Allora continua a leggere l’approfondimento!

Mastoplastica additiva e tempi di assestamento delle protesi al seno

I tempi di assestamento delle protesi sono variabili dopo una mastoplastica additiva (ma anche dopo una mastopessi additiva, ovvero l’intervento di lifting al seno combinato alla mastoplastica).

Dipendono principalmente da 3 importanti fattori:

  • il posizionamento delle protesi;
  • il comportamento della paziente nel post operatorio;
  • la reazione dell’organismo della paziente alla presenza di corpi estranei, ovvero le protesi mammarie.

Tendenzialmente le protesi appaiono perfettamente in posizione, ovvero si assestano definitivamente, dopo circa 2 mesi dalla mastoplastica. Ma i fattori che ti abbiamo indicato poc’anzi possono ridurre o dilatare queste tempistiche.

Andiamo a vedere in che modo possono farlo.

 

I tempi di assestamento delle protesi al seno dipendono dal loro posizionamento

Prima della mastoplastica additiva il chirurgo estetico valuta insieme a te quale sia il migliore posizionamento per le protesi mammarie. Durante l’intervento può infatti inserirle creando una tasca protesica in uno dei seguenti alloggiamenti:

I termini sottomuscolaresottoghiandolare e dual plane, dunque, derivano esattamente dalla posizione delle protesi, da cui dipendono anche i tempi di assestamento.

Nello specifico, queste tempistiche sono più lunghe dopo una mastoplastica sottomuscolare: possono arrivare anche a 3 mesi per via dei continui solleciti dei muscoli sulla tasca di alloggiamento delle protesi.

I tempi di assestamento delle protesi mammarie sono di solito brevi (in genere 2 mesi) nella mastoplastica dual plane e nella sottoghiandolare.

Comunque sia, la scelta del posizionamento delle protesi dipende dalla tua conformazione fisica, dalla forma del tuo seno e da tante altre variabili. Non si sceglie dove posizionare le protesi in base ai tempi di guarigione post mastoplastica, bensì si valuta in base alle caratteristiche delle singole pazienti.

Passiamo ora al secondo fattore da cui dipendono i tempi di assestamento, ovvero il tuo comportamento nel post operatorio.

Il comportamento della paziente nel post mastoplastica influisce sui tempi di assestamento delle protesi

Dopo una mastoplastica additiva è fondamentale che tu segua tutte (ma proprio tutte!) le indicazioni del chirurgo, pena la compromissione del risultato.

Tra queste, ecco quali possono accelerare i tempi di assestamento delle protesi:

  • utilizzo del reggiseno post mastoplastica additiva con fascia compressiva integrata (per almeno un mese durante la notte e l’attività sportiva e per almeno due settimane durante il giorno);
  • massaggi al seno quotidiani, ripetuti più volte al giorno, necessari per ammorbidire le protesi al seno (o meglio, ammorbidire il seno gonfio a causa dell’operazione). Sarà il chirurgo a indicarti come fare.

Ecco, invece, quali potrebbero dilatarli e dunque rallentare la guarigione:

  • il mancato utilizzo del reggiseno post mastoplastica con fascia;
  • fumare e assumere alcolici dopo l’operazione (dovresti evitare per almeno 2 settimane);
  • usare indumenti stretti;
  • compiere sforzi con il busto e con le braccia.

Evitare questi comportamenti è davvero importante se vuoi che il tuo seno guarisca nel modo corretto dopo la mastoplastica… E siamo sicure che tu lo voglia.

 

Vediamo ora il terzo fattore che influisce sui tempi di assestamento delle protesi e sul risultato finale della mastoplastica additiva.

La reazione del tuo organismo alla mastoplastica influisce sulle tempistiche di assestamento delle protesi

Come hai potuto leggere poc’anzi, il tuo corpo riconosce le protesi come dei corpi estranei e potrebbe non collaborare a dovere durante la guarigione. La reazione fisiologica dell’organismo è quella di formare, intorno agli impianti protesici, una cicatrice chiamata “capsula periprotesica“.

Questa capsula di tessuto solitamente è elastica e circonda le protesi in maniera armoniosa, accompagnandole nei loro movimenti. In alcuni casi la capsula si sviluppa in maniera anomala (ma sono casi molto rari se le protesi sono di eccellente fattura, come le protesi per il seno ergonomiche e rotonde Motiva utilizzate da Dottor Biagi).

Una complicanza chiamata contrattura capsulare determina lo sviluppo atipico della capsula periprotesica, che stringe gli impianti protesici e si contrae risultando addirittura più piccola della protesi stessa.

Questa complicanza è conosciuta anche come rigetto delle protesi; provoca dolore, deformità delle mammelle e naturalmente rallenta i tempi di assestamento delle protesi.

In alcuni casi è necessario intervenire chirurgicamente, in altri il chirurgo può praticare una manovra che rompe la capsula liberando la protesi senza ricorrere al bisturi.

Vediamo ora di rispondere a una domanda che potresti porti prima e dopo la mastoplastica.

Le protesi si assestano sempre in modo uniforme?

Non proprio. Le tempistiche di assestamento possono variare di donna in donna, ma non è detto che entrambe le mammelle si assestino nel medesimo periodo.

Per esempio nel seno destro la protesi potrebbe stabilizzarsi due settimane prima del seno sinistro, o viceversa. Le scadenze non sono precise e tutto può variare di caso in caso!

Sta di fatto che se le protesi sono troppo alte dopo diversi mesi dall’intervento, dovresti comunicarlo al chirurgo che saprà dirti se sia tutto a posto o se ci sia qualche correzione da apportare.

Post mastoplastica additiva il seno diventa morbido dopo circa 2 o 3 mesi e si sgonfia completamente entro 6 mesi, ma se qualcosa ti preoccupa chiedi sempre il chirurgo che ha svolto l’operazione.

Per prenotare una visita pre-mastoplastica o per qualsiasi dubbio contatta pure Dottor Cristiano Biagi!

 

Foto di cottonbro da Pexels


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Protesi che si muovono dopo aumento di peso?

 

Anche una volta guarita da un intervento di mastoplastica additiva di tipo sottomuscolare, retroghiandolare o dual plane, può capitare, anche se in via del tutto eccezionale, che le protesi si spostino dalla sede destinata e tu avverta uno strano fastidio.

Nonostante sia un inconveniente piuttosto raro, non sei la prima e unica donna a imbattersi in una problematica del genere. Spesso non è neanche dovuto a un errore del chirurgo, ma allo stesso processo di guarigione.

Fondamentale è l’osservazione delle tempistiche in cui si presenta il fenomeno. Se la protesi si muove dopo 2 mesi, o a volte, entro l’anno, le cause da investigare sono diverse.

 

Vediamo insieme di cosa potrebbe trattarsi:

  • Tasca di alloggiamento troppo grande: se la tasca predisposta ad accogliere la protesi è troppo grande, è normale che questa al suo interno si muova. Spesso si tratta davvero di pochi centimetri che, però, fanno la differenza.

 

  • Presenza di siero nella tasca: il sieroma, ossia la produzione di liquidi nella tasca protesica. I sintomi prevedono dolore e gonfiore, oltre a una sensazione di movimento.

 

  • Aumento considerevole di peso: se si tratta di un aumento repentino e considerevole, soprattutto a ridosso dell’intervento, è probabile che la protesi si sposti dalla sua sede e si avverta uno strano senso di movimento al seno.

 

Devi ricordarti che aumentare di qualche chilo non è causa di tale complicazione. Ma se ti rendi conto di un considerevole ingrassamento, correlato a questa sensazione, contatta subito il tuo medico per fissare una visita.

Devi ricordare anche, però, che la tasca protesica ha bisogno del suo tempo per formarsi, trattandosi di una cicatrice. Per questo non devi avere fretta di osservare l’esito dell’operazione. Ogni cosa richiede i suoi tempi.

È solo dopo qualche mese che potrai effettivamente verificare la buona riuscita dell’intervento e per questo, è assolutamente necessario che tu segua alla lettera i consigli del chirurgo nel decorso post operatorio.

È essenziale, per evitare lo spostamento delle protesi, indossare un reggiseno contenitivo, nelle settimane immediatamente successive all’intervento, oltre a una fascia elastica e a evitare movimenti o sforzi intensi con le braccia.

Bisogna dire che quando si avverte uno strano senso di “movimento”, la sensazione è spiacevole e molte donne si sentono spaventate da questo imprevisto. Per questo, vi diamo alcune indicazioni per saper gestire l’ansia del momento. Infatti, un timore lecito è quello di capire se le protesi possano essersi rotte, oltre a essersi spostate.

  • Rotazione delle protesi: si avverte un senso di movimento circolare, dovuto alla contrazione del muscolo pettorale in seguito a sforzi con le braccia. A volte può dipendere dalla forma delle protesi, scongiurato in caso di protesi rotonde ed ergonomiche.
  • Dislocazione delle protesi al seno: dormendo in posizione prona, le protesi potrebbero spostarsi creando un’asimmetria dei seni.
  • Rottura della protesi: questa è più difficile che succeda, perché può accadere dopo diversi anni dall’impianto, e può essere causato da difetti di fabbricazione.

Ogni caso è a sé stante, i sintomi sono diversi e non si può mai generalizzare.

Se credi di essere di fronte a uno spostamento delle protesi, dovuto a diversi motivi tra quelli appena accennati, non aspettare e contatta immediatamente il dott. Biagi.

Saprà rispondere alle tue domande e risolvere i problemi dovuti da un precedente intervento, anche se eseguito da un altro medico.


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Un metodo spesso usato ma dannoso. Vediamo perché.

 

L’acido ialuronico è un materiale che viene spesso usato in chirurgia estetica per riempire rughe e aumentare il volume delle labbra.

Fino a qualche anno fa, l’uso di acido ialuronico per aumentare il volume del seno senza chirurgia era cosa comune e frequente. Adesso questa pratica è vietata in Italia e in diversi paesi europei.

Si è notato, infatti, che l’infiltrazione di acido crea una barriera che, ahimè, non permette l’immediata individuazione di anomalie delle mammelle, tipo noduli e tumori.

Il motivo è molto semplice: questa sostanza è radiopaca, per questo interferisce sulla risoluzione delle ecografie e analisi specifiche.

Tendenzialmente questa difficoltà di lettura permane per circa un anno, ossia il tempo che intercorre tra l’iniezione e il totale assorbimento del materiale.

Come è facilmente immaginabile, questo aspetto è il più preoccupante, perché comporta un ritardo nella diagnosi e, di conseguenza, un intervento poco tempestivo nell’inizio delle cure.

 

Perché gli esami al seno risultano compromessi?

Essendo, come abbiamo detto, una sostanza radiopaca, nelle radiografie appare una sorta di macchia biancastra, elemento che impedisce una lettura totale e completa degli esami che vengono periodicamente consigliati per il controllo del seno.

Nel caso di mammografie, ecografie e risonanze magnetiche, quindi, è molto dannoso avere acido ialuronico localizzato in quella parte del corpo.

Questi sono gli esami che vengono consigliati per poter scongiurare l’insorgenza di un tumore al seno.

Per questo, noi sconsigliamo vivamente di cercare metodi come questo per aumentare il seno.

La mastoplastica additiva è un intervento chirurgico sicuro e affidabile che garantisce ottimi risultati.

Che tu scelga una mastoplastica sottomuscolare, retroghiandolare e Dual plane, le interferenze con la lettura degli esami è praticamente minimo.

In alternativa, spesso di sente parlare di lipofilling, una tecnica che aumenta il volume del seno iniettando il proprio grasso in maniera sottocutanea. Questo intervento è sicuramente meno dannoso ma non è permanente.

Il grasso, infatti, viene riassorbito gradualmente dal corpo, quasi fino a vanificare gli effetti.

Se sei indecisa e hai bisogno di consigli, contatta subito il dott. Biagi. È un medico esperto nel settore che esegue interventi di mastoplastica e lipofilling!

 

Foto di Anna Shvets da Pexels


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Ecco come devi comportarti se hai dei nei sul decollètè.

 

Chi si rivolge a un chirurgo estetico per rifarsi il seno vuole ottenere un bel decollètè dall’effetto naturale.

Talvolta, però, può capitare che il nostro seno sia segnato da nei che possono disturbare la vista e rischiare di compromettere l’esito estetico dell’intervento.

Tutto sommato non devi preoccuparti, o meglio…

i nei vanno sempre tenuti sotto controllo, e per questo, devi farti periodicamente controllare dal dermatologo.

Ma questo non è il nostro ambito. Una volta assicurati che i nei in questione non siano causa di malesseri che potrebbero incidere sulla possibilità di procedere con l’operazione, il dott. Biagi conosce tutti i trucchi del mestiere per aggirare l’ostacolo.

 

Ad esempio, nel caso in cui il tuo neo sia a rilievo, il chirurgo può decidere di incidere una zona che non sia in sua corrispondenza.

Sia che si voglia procedere con una mastoplastica additiva sottomuscolare, retroghiandolare e Dual plane, il modo per agire esiste!

 

Tipologie di incisione.

 

Prima di qualsiasi intervento, il chirurgo concorda con la paziente la tipologia di procedura e, a quel punto, le possibilità di scelta sono le seguenti.

  • Piega ascellare
  • Piega periareolare
  • Solco sottomammario

 

Queste sono le tipologie più frequenti che potrebbero essere una soluzione per non toccare il tuo neo sul seno. Bisogna comunque specificare che il tipo di incisione viene scelto in base alla conformazione fisica e alla forma del seno.

Oltre al benessere fisico della paziente, ciò che è importante è che il risultato finale sia naturale e non lasci segni indelebili sulla pelle che oltre a essere imbarazzanti potrebbero comportare un risultato anche peggiore.

Le protesi di ultima generazione, quelle usate dal dott. Biagi, sono costituite da un gel in silicone estremamente coeso che quasi annulla la possibilità che queste si muovano.

Le cicatrici sono minime e facilmente camuffabili. Vengono effettuate in zone che rimangono coperte dagli indumenti e, quindi, difficilmente visibili.

In ogni caso, puoi stare tranquilla. Affidati a un professionista come il dott. Biagi e sarai sicura di risolvere tutti i tuoi dubbi!

Solo l’esperienza e la professionalità maturati con gli anni fanno ottenere risultati ottimali.

 

Foto di Chermiti Mohamed da Pexels










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