otoplastica Archivi - Cristiano Biagi

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La chirurgia estetica negli ultimi anni ha visto affermarsi la tendenza degli interventi in abbinata. Scopriamo insieme quali sono i protocolli più effettuati in tandem e quali vantaggi offrono dal punto di vista clinico, in termini di resa estetica e di tempi di recupero. Questi due aspetti sono molto importanti e molto spesso tendono ad essere determinanti nel prendere finalmente la decisione di entrare in sala operatoria. 

Chirurgia estetica in abbinata: ecco le coppie più gettonate

 
Se parliamo di chirurgia estetica in abbinata, la prima e più semplice abbinata riguarda sicuramente ma mastoplastica additiva o riduttiva con mastopessi, in tal modo si riesce non solo a  dare una taglia in più alla donna che la desidera ma anche a migliorare l’aspetto generale del seno correggendo delle disarmonie come le asimmetrie del capezzolo e dell’areola. Un altro importante abbinamento riguarda l’addominoplastica e la liposcultura. Tonificare un addome cadente spesso viene associato anche all’assottigliamento della silhouette che può dare un effetto di snellimento e ringiovanimento della figura. Risalendo verso altri distretti corporei non possiamo trascurare l’otoplastica e la rinoplastica, due interventi importanti che possono dare un contributo decisivo al miglioramento dell’armonia del volto. 

 

Tempi di recupero ridotti in tutta sicurezza

Associare due interventi ha l’indubbio vantaggio di affrontare una sola convalescenza. Molte persone trovano allettante la prospettiva di poter entrare in sala operatoria una sola volta per liberarsi di due inestetismi. Il tutto a fronte di una giusta pianificazione degli accertamenti, di un’esecuzione molto precisa e  del dovuto follow up post-operatorio. 

 

Foto di willsantt su Pexels

 


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L’otoplastica e la ricostruzione del lobo dell’orecchio sono i due protocolli più richiesti per cambiare l’aspetto delle orecchie: la ragione principale di questa scelta sta in due fattori principali: la mancanza di cicatrici evidenti e il miglioramento sensibile della forma dell’orecchio. Vediamo insieme quando è consigliato ricorrervi e quali sono gli effetti. 

 

Otoplastica e ricostruzione dei lobi a confronto

Bisogna fare una distinzione importante tra questi due interventi: l’otoplastica corregge gli inestetismi del padiglione auricolare che sono, in molti casi, di origine ereditaria e che quindi con l’operazione vengono risolti in modo definivo. Pensiamo all’orecchio a cavolfiore o alle orecchie a sventola che possono causare anche forti disagi psicologici nel paziente.  Accanto alla classica otoplastica con incisione, oggi è possibile operare anche con semplici cuciture esterne in modo meno invasivo. Sarà il chirurgo a proporre la modalità più opportuna a seconda dell’aspetto da correggere. 

La ricostruzione del lobo dell’orecchio è associata, il più delle volte allo strappo dei tessuti adiposi che lo costituiscono. Spesso questo strappo è dovuto all’esposizione da diverse sollecitazioni come l’uso di espansori o di orecchini molto pesanti. In questo caso è sufficiente suturare i margini del lobo lesionato, favorendone la rimarginazione naturale. 

Quanto dura un intervento e quali sono gli effetti? 

In genere un’intervento di otoplastica dura circa un’ora mentre una ricostruzione dei lobi può impiegare soli 30 minuti. Entrambi possono essere svolti in anestesia locale e danno risultati permanenti e molto soddisfacenti in termini di miglioramento dell’aspetto dell’orecchio. 

Foto di Cotton bro su Pexels

 


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Orecchie grandi, piccole, a sventola e così via. Hanno una grande importanza nella definizione delle linee del viso e se ben armonizzate possono regalare un aspetto piacevole.

L’ otoplastica è l’intervento che consente di modificare la forma, la dimensione e l’ attaccatura delle orecchie, migliorando l’armonia del viso e influendo moltissimo sulla serenità psicologica l’autostima di ogni paziente che la richiede.

Quando è necessaria l’otoplastica

 

Questa procedura consente non solo di regalare nuova armonia al viso ma anche di riposizionare e rimodellare le orecchie gravemente malformate e di correggere anche i difetti post traumatici dei padiglioni auricolari.

Si tratta di un intervento indicato, a partire dai 7 anni d’età, in tutti i casi in cui le orecchie costituiscono un elemento di disagio e in presenza di imperfezioni o protuberanze. Si agisce sulla cartilagine delle orecchie che viene rimodellata, ricreando l’aspetto di un orecchio normale inoltre  il padiglione auricolare viene “riavvicinato” al cranio.

In alcuni casi è possibile ridurre le dimensioni dei lobi oppure correggere il così detto “lobo bifido” spesso provocato dall’uso di orecchini troppo pesanti. In queste circostanze, il foro sul lobo si presenta troppo ampio o addirittura appare diviso in due.

L’otoplastica è molto sicura. Viene spesso praticata in giovanissima età, per favorire un maggiore sviluppo dell’autostima nei bambini che possono avere problemi relazionali con i coetanei.

 

Precauzioni e indicazioni terapeutiche

L’intervento non ha alcuna ripercussione sull’udito, viene eseguito in anestesia locale, dura circa un ora, è indolore e termina con una fasciatura leggera, mantenuta per pochi giorni. Le cicatrici restano nascoste dietro l’orecchio, a livello dell’attaccatura.

I profili laterali del volto risultano più armoniosi fra di loro; l’orecchio appare più aderente alla testa. I risultati sono definitivi, molto soddisfacenti e sono già visibili dopo poche settimane, quando le orecchie tornano ad essere morbide ed elastiche come prima.

Foto di Agung Pandit Wiguna su Pexels

 










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