mastopessi Archivi - Cristiano Biagi

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La mastopessi riduttiva è una procedura chirurgica importante, spesso combinata agli interventi di mastoplastica che armonizzare i volumi di un seno ipertrofico o cadente in cui il complesso areola-capezzolo hanno subito uno spostamento eccessivo perso il basso. La mastopessi riduttiva ha una valenza fondamentale nel donare nuovamente un aspetto naturale alla mammella che ritrova anche visivamente le proporzioni perdute. In quest’articolo ne espongo con chiarezza tutti i vantaggi, per aiutare le pazienti nell’orientarsi prima della prima visita chirurgica.

La soluzione per la ptosi mammaria

La mastopessi riduttiva si svolge in sedazione, dura intorno alle 3 ore e consiste nel ricostituire il solco mammario per riportare in asse areola e capezzolo, riducendo i volumi. Un seno ipertrofico o afflitto da ptosi può trovare una soluzione risolutiva con questa procedura proprio perché la riduzione dei volumi non solo armonizza la figura ma alleggerisce il peso del seno su collo e schiena.  Le precauzioni post-operatorie sono le stesse richieste per un qualsiasi intervento di chirurgia del seno, in particolare bisogna prestare attenzione alla cura delle cicatrici, utilizzando le creme necessarie. I primi risultati sono apprezzabili entro 6 mesi, con la normalizzazione fisiologica del seno.

Perché sottoporsi alla mastopessi riduttiva

Accanto alle ragioni cliniche e alle esigenze di evitamento di patologie più gravose per la colonna e la muscolatura della schiena, la mastopessi aiuta la donna che vuole ritrovare un seno più naturale e conforme alle proprie aspettative. Ritrovare il benessere psicologico è fondamentale, specialmente quando le dimensioni eccessive del seno rendono la vita quotidiana e relazionale fonte di disagio e problematiche.

Foto di Andrea Piacquadio su Pexels


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I disturbi alimentari sono un male che affligge molti giovani pazienti in Italia ed è spesso collegato a molti fattori psicologici quali la dismorfofobia, spesso provocata da canoni di bellezza inarrivabili o distorti. La chirurgia estetica, contrariamente a quanto si pensi, può essere un validissimo aiuto soprattutto nella fase post terapia di un paziente che ne è afflitto. Tengo a precisare che consiglio sempre a tutti i pazienti che soffrono di questa condizione di affrontare un percorso di cura con il sostegno di psicologi e nutrizionisti, specialisti indispensabili in queste circostanze.

Disturbi alimentari: interventi post terapia da DCA

Molti pazienti DCA, spesso al termine di un percorso, decidono di sottoporsi a procedure chirurgiche di chirurgia estetica, in special modo dopo importantissime oscillazioni di peso. Addominoplastica e mini addominoplastica sono gli interventi d’elezione per chi ha sofferto di alimentazione incontrollata, naturalmente prima dell’inizio di qualsiasi procedura è importante che anche i terapeuti specialisti che hanno seguito il paziente ne siano informati. Un altro protocollo molto richiesto dalle donne è senz’altro la mastoplastica additiva con mastopessi. Un modo per sentirsi nuovamente a proprio agio con il proprio corpo dopo un percorso di guarigione da DCA.

Ascolto, comprensione ed etica

Nel corso della mia esperienza professionale, ho avuto modo di aiutare pazienti sulla via del forte miglioramento della DCA, per questo motivo bisogna preferire un approccio multidisciplinare, confrontandosi con colleghe e colleghi esperti in materi di psicologia e nutrizione. Il corpo, il suo aspetto  e la sua percezione nello spazio è differente in pazienti DCA che necessitano di ascolto, profondo rispetto e comprensione.

Foto di Engin Akyurt su Pexels


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La mastopessi è la soluzione ideale per rimodellare e valorizzare il seno, regalando un decolleté più armonioso e bello. Voglio condividere con voi la testimonianza di Gaia, una paziente che si è sottoposta a mastopessi con un aumento del volume del seno mediante protesi. La sua storia trasmette tanta fiducia e determinazione, due cose che le hanno consentito di seguire il suo sogno. Mi auguro che le sue parole possano infondere in tutte le pazienti che sognano un seno che le faccia sentire a proprio agio con l’immagine di sé”

“Una mastopessi che mi ha cambiato la vita”

“Ho deciso di operarmi dopo la gravidanza e l’allattamento, partivo da una prima scarsa, ora sono perfette” dice Gaia con un sorriso soddisfatto. Una giovane mamma che finalmente può sentirsi donna come desidera, realizzando il desiderio di avere un seno all’altezza dell’idea che ha sempre avuto di se stessa. “Ho fatto l’intervento in day hospital, nel pre e nel post operazione sono stata seguita per qualsiasi dubbio e paura che normalmente si può avere. Lo rifarei di sicuro!” L’entusiasmo contagioso di Gaia si è acceso ancora di più nel vedere la stabilizzazione dei risultati dell’operazione, con il passare delle settimana ha potuto apprezzare sempre di più il suo nuovo seno.

Un aspetto del seno valorizzato

Tengo a specificare che, oltre a rimodellare la forma del seno e ad aumentarne il volume, come è stato per Gaia, la mastopessi contribuisce a valorizzarne l’aspetto riducendo le asimmetrie. Anche le areole possono essere migliorate nell’estensione e nella forma per dare al seno un aspetto più proporzionato e armonico.

Foto di Myichael Tamburini su Pexels


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La mastopessi, come molti sapranno, è la procedura chirurgica ideale per risollevare e rimodellare un seno cadente. Le cause della ptosi mammaria possono essere molteplici come una repentina variazione di peso, allattamento o predisposizione ereditaria. Molte pazienti sono preoccupate dalla visibilità delle cicatrici, in questo articolo voglio rassicurarle e approfondire il tema, parlando più diffusamente delle tecniche chirurgiche che consentono di ridurre al minimo le cicatrici. Tengo a specificare che, in base alle caratteristiche dell’intervento, c’è una gestione differente dell’intervento e degli esiti cicatriziali.

Mastopessi, tutte le tecniche chirurgiche

In genere, quanto si effettua una mastopessi senza protesi, vi sono tre incisioni principali: periareolare (per ptosi da leggere a moderate), verticale (per eliminare eccessi cutanei e sollevare tessuti) e orizzontale (a T rovesciata per facilitare l’occultamento della cicatrice). Con la tecnica multiplane si può ottenere un sensibile sollevamento delle mammelle senza cicatrici in zone visibili con l’inserimento di una protesi, anche di dimensioni ridotte. Le incisioni multiplane sono praticate in punti interni nascosti che non esitano in cicatrici visibili. L’unico micro taglio è nella parte bassa del seno che serve per la collocazione della protesi. Per ottenere un risultato più naturale è consigliabile scegliere insieme al chirurgo la tipologia di protesi e la forma in base alla fisicità della paziente, evitando aumenti di volume eccessivi.

Cura delle cicatrici

Un intervento chirurgico attua una modificazione della struttura fisica dell’area tratta ma, grazie alla cura attenta e scrupolosa degli esiti cicatriziali, è possibile ridurre al minimo anche i più piccoli segni e farli progressivamente scomparire rendendo omogenea la pelle. L’applicazione di creme specifiche, l’attenzione nella protezione dall’esposizione solare e la cura quotidiana della pelle possono effettivamente aiutare la pelle a recuperare tono e uniformità.

Foto di Elizabeth Tarasova da Pexels[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]


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Rifarsi il seno non vuol dire solo, come comunemente si pensa, aumentare di una taglia il proprio decolletè ma talvolta significa voler eliminare degli inestetismi con implicazioni funzionali che possono essere una fonte di vero disagio per la donna. In quest’articolo voglio approfondire il tema della mastoplastica correttiva, un protocollo indispensabile non solo per correggere capezzoli introflessi e mammelle tuberose, ma anche per intervenire in seconda istanza su un precedente intervento chirurgico non soddisfacente.

Mastoplastica correttiva: cos’è e quando farla

La mastoplastica correttiva è un intervento sicuro che include procedure chirurgiche differenti. Si va, ad esempio, dall’intervento più breve come la correzione dei capezzoli introflessi al più complesso e articolato come la correzione delle mammelle “tuberose”. Spesso le pazienti mi richiedono delle operazioni di mastoplastica correttiva in quanto fortemente insoddisfatte dei risultati di una precedente mastopessi o mastoplastica additiva o riduttiva. In questi casi, è necessario un attento ascolto della paziente che, giustamente scottata da un’esperienza negativa, si dimostra molto timorosa e ripone grandi aspettative nell’intervento di correzione. In generale un paio di giorni di riposo, sarà possibile riprendere la normale routine quotidiana con moderazione, mentre per l’attività fisica è consigliabile attendere circa 4 settimane. Come da prassi, anche in questo caso, la paziente dovrà indossare un reggiseno contenitivo per almeno 30 giorni.

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L’importanza del risultato

Le donne che si sottopongono alla mastoplastica correttiva desiderano un risultato perfetto, in special modo se affrontano l’intervento dopo una precedente operazione non soddisfacente. In linea di massima il mio obiettivo è offrire un risultato molto naturale, sia alla vista che al tatto. Ricordo anche che dopo l’operazione si può allattare, poiché la ghiandola, l’areola e il capezzolo stesso non sono trattati durante l’intervento e continuano a funzionare normalmente.

Foto di KEREM KSLR da Pexels[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]










© Copyright 2024 – Cristiano Biagi





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